Alberto Patrucco (classe 1957), è attore comico di spicco, ben conosciuto dalle platee dei cabaret di tutt’Italia. La sua unica arma scenica è il linguaggio. Niente fronzoli né travestimenti. Soltanto la sua maschera naturale, duttile e vivacissima. La satira e l’umorismo di Patrucco scavano con finezza nelle cose, nelle debolezze, nelle pose e nei comportamenti umani più che con cattiveria, con distaccato buonumore. Il suo repertorio, spazia dal costume alla politica, dagli accadimenti significativi alle mode e ai personaggi che contano. La comicità ad ampio raggio d’azione di Alberto Patrucco, non si sostiene sul «non sense» o sul «demenziale», al contrario, sfrutta temi attuali o estremi, come pure fatti, situazioni, avvenimenti anche recentissimi, ancora nelle orecchie di chi lo sta ascoltando. Con una sua personalissima strategia discorsiva, Patrucco, tratta un argomento, lo rivolta, creando vivissima attesa, per giungere, con arguzia e irresistibile comicità, a inaspettate conclusioni. Questa sua abilità, che nasce certamente da naturale attitudine, ma anche da studio e da consolidata maturità artistica, intriga molto taluni giovani comici, che cercano di imitarlo. C’è, nei testi che scrive e recita, talvolta anche in televisione, sempre il filo di un ragionamento, che, dopo e al di là dell’effetto comico, fa meditare. Alberto Patrucco, come pubblico e critica testimoniano, è oggi uno degli attori comici più completi e rappresentativi del nostro cabaret.
A partire dal 2000, Patrucco inizia un rapporto costante con la televisione passando, prima attraverso “ZELIG” (2000 – 2003), per approdare poi alla trasmissione “COLORADO CAFÉ” (2004 – 2006) e diventando un personaggio di punta richiesto come ospite anche in altre trasmissioni nazionali (“FUNARI NEWS”, “BALLARÒ”…)
È in questo periodo che elabora l’argomento centrale del suo cabaret, ovvero, l’originale tesi del “pessimismo comico” che prenderà vita attraverso tappe precise e ben delineate:
• Dal 2000 al 2005 elabora “TEMPI BASTARDI” (libro MONDADORI e spettacolo)
• Dal 2006 “VEDO BUIO!” (libro MONDADORI e spettacolo)
Dal 2002 l’impegno creativo, motore degli spettacoli dal vivo, delle pubblicazioni e dei monologhi televisivi, è condiviso con Antonio Voceri.
Nel 2005, gli viene assegnato il “PREMIO CHARLOT (Cabaret con la K)”. Nel 2007, il “PREMIO WALTER CHIARI”, il “PREMIO SATIROFFIDA” e il “DELFINO D’ORO”. E, nel 2010, il “PREMIO PAOLO BORSELLINO per l’impegno culturale”.
Tutta l’opera di Alberto Patrucco si può considerare come un gigantesco work in progress che ruota attorno alla spiazzante tematica del “pessimismo comico”.
L’autore è alla perenne ricerca della singolare normalizzazione di questo tema che racchiude la sua visione del mondo.
Sul palcoscenico e nei suoi libri Patrucco sviscera la realtà rivoltandola e trovando gli amari ed esilaranti lati comici.
Lo Spettacolo “Vedo Buio”
I più fedeli estimatori di Alberto Patrucco, ricorderanno questo titolo in libreria, oltre che come incipit delle sue performance televisive. Ma “VEDO BUIO!” è, prima di tutto, spettacolo dal vivo.
Alberto Patrucco affronta il teatro consentendo alla sua comicità di riprendere i tempi a lei più congeniali.
Il testo, grazie anche ad una punteggiatura fatta con uno scrupoloso disegno delle luci, inala ampie boccate d’ossigeno e si fa dirompente. Ed è per merito del diverso respiro che lo spazio tridimensionale del palcoscenico garantisce che “VEDO BUIO!” assume la sua più corrosiva natura.
“VEDO BUIO!” è una panoramica al vetriolo sui tempi che stiamo vivendo, priva di retorica, fronzoli e tormentoni, ma al contrario intrisa di comicità vera, sostanza ed argomenti.
Alla berlina le certezze di chi è convinto di possedere una verità assoluta e pertanto di essere superiore all’altro. Nel mirino chi è convinto che il Medioevo sia soltanto storia, quando le più attuali vicende internazionali sembrano riportarci in piena inquisizione. Sul banco degli imputati la deriva culturale della nostra società, fatta di politica strillata, televisione spazzatura e modelli imposti dal più ottuso consumismo. “VEDO BUIO!” attinge dalla cronaca, ma si alimenta anche di più ampi scenari storici. Vive di piccoli episodi del quotidiano, come di più grandi questioni umane. Ecco allora che ad un vivace preludio a luci accese incentrato su fatti contingenti, segue lo spettacolo vero e proprio che si interroga in chiave umoristica sulle contraddizioni dell’uomo d’oggi.
Uno show che si rinnova costantemente, sui fatti di cronaca, sull’incedere degli accadimenti, sui cambiamenti della società; un’esilarante sventagliata comica sugli accadimenti dell’attualità, durante la quale il pubblico si sorprenderà a ridere su fatti accaduti il pomeriggio stesso e su quei piccoli personaggi da avanspettacolo dei quali la cronaca di molti telegiornali si nutre. Molti i temi toccati dall’artista: la politica, “si pensava che dalla Prima alla Seconda Repubblica le cose sarebbero migliorate, invece stiamo rinculando.
Siamo passati dalla Prima alla Seconda ma deve essere entrata la retro”; la televisione, “molta gente è convinta di essere in regola con il canone perché già paga la tassa dei rifiuti”; le banche, “ci si attende la rapina da fuori, invece te la fanno da dentro, con la sola differenza che ti sorridono e non indossano il passamontagna”; l’economia, “so come investire i miei risparmi. Il titolo con la percentuale migliore è l’inflazione”; le religioni, “ma davvero Dio ci aprirà gli occhi quando ce li chiuderà?”.
“VEDO BUIO!” è uno spettacolo a tutto tondo, nel quale si ride molto, senza per questo rinunciare ad un costante stimolo di quella dimensione meno superficiale che il massiccio bombardamento mediatico cui siamo sottoposti tenta quotidianamente di anestetizzare.
Per farsi coinvolgere, quasi travolgere, ad uno spettacolo live di Alberto Patrucco – chi ha assistito a “CONTROMANO” e a “TEMPI BASTARDI” già lo sa – non è necessario condividerne le tesi. Ancora meno farsi convincere. Patrucco non rincorre proselitismi. “VEDO BUIO!” è essenzialmente uno spettacolo comico con un suo punto di vista che si propone esclusivamente di produrre la risata liberatoria, oltre la quale può forse balenare una riflessione.
Alberto Patrucco, non risparmia nessuno e nemmeno se stesso. Così, giusto per tornare a ridere seriamente.