OUR LIVES – Le Nostre Vite
UNA POESIA di CIRCO TEATRO ACROBATICO AFRICANO
La danza Esplosiva fra terra e aria degli Acrobati Kenioti
Formazione 4 acrobati, 1 attrice e 2 percussionisti
Our lives festeggia i passaggi della vita, lo fa fondendo l’energia del gesto acrobatico con la poesia delle parole.
Dopo Creature di Marcello Chiarenza, la compagnia di acrobati dal Kenya ritorna al circoteatro e propone un nuovo spettacolo nato dall’incontro con la teatralità e l’acrobaticità. Un confronto curioso e fecondo tra due forme d’arte dal quale non poteva che scaturire una danza inedita tra terra e aria.
L’energia contagiosa e la potenza espressiva di questo quartetto di acrobati kenioti si fonde all’abilità tecnica delle evoluzioni acrobatiche e delle piramidi umane che sembrano sfidare le leggi della fisica. A noi la scelta se “sopravvivere” semplicemente ai nostri passaggi o viverli a pieno e celebrarli come una festa: una interpretazione consapevolmente “sporca” e “immigrata” della saggezza africana e delle sue tradizioni, dove i passaggi di vita, gioiosi o dolorosi che siano, sono esperienze collettive piene di significato, “riti di passaggio” che celebrano nonostante tutto la bellezza del momento presente.
Un invito ad assaporare il qui e ora, un messaggio universale che scavalca i confini geografici culturali e personali.
Our lives è un inedito gioco di specchi tra il mondo dei corpi in movimento a terra e il mondo delle idee appese a un filo. Una rappresentazione che vuole ricordare con ironia le parole senza tempo del Qoèlet: c’è un tempo per nascere e un tempo per morire, c’è un tempo per distruggere e un tempo per costruire, c’è un tempo per cadere e un tempo per risollevarsi.
BREVE DESCRIZIONE:
Una voce narrante si dibatte tra libri e ragionamenti, cercando in tutti i modi di venire a capo della sua vita… ma qualcosa sembra continuamente sfuggirle di mano. Alle sue spalle -e a sua insaputa- è la vita stessa che si esprime nell’intensa danza dei corpi che celebrano nel ‘qui e ora’ i suoi passaggi, quelli dolorosi e quelli di festa.
Due mondi che si credono separati.
Ma se ai “piani alti” la mente, sempre assetata e insoddisfatta, si ostina a cercare “fuori” il segreto che le restituirebbe la piena sensazione di vivere, il corpo è già da sempre lì, a ricordarci il contatto con la terra e la sacralità del momento presente.
Un invito esplicito e gioioso a muovere passi veri, non solo immaginati. Incontri effettivi, non solo virtuali. Costruzioni tangibili, non solo progettate. Evoluzioni reali, non solo del pensiero.