DON BACKY

DON BACKY

Cantautore raffinato e sensibile, attore e scittore, ci ha regalato canzoni che costituiscono pietre miliari nel firmamento della musica leggera italiana. Il ragazzo esuberante e fantasioso di Santa Croce sull’Arno – che rispondeva a Aldo Caponi incise – a sue spese – i primi dischi, nel 1960 con il nome d’arte di “Agaton”. Con quel suo sorriso guascone e la valigia piena di progetti, era entrato in contatto con Adriano Celentano, che – dopo aver formato il Clan – cercava talenti non allineati, elementi dotati di personalità, un po’ spavaldi anche, lunatici magari… in altre parole, “geniali”. Nei famigerati anni ’60 non era un musicista, eppure era il più creativo autore del Clan Celentano, non aveva voce affinata, eppure era diventato cantante non banale. I suoi successi, l’Immensità, Canzone, sono vere immagini di un epoca, e fecero schiattare d’invidia i cosiddetti “autori patentati”, a chi pensava che i cantautori impegnati fossero altri. L`ultima canzone composta per il Clan, “Poesia”, è una delle canzoni più belle della musica leggera italiana… In qualche modo si può considerare un piccolo manifesto artistico di Don Backy, che ha come regola principale la semplicità e, nello stesso tempo, un candore espressivo che si può accomunare allo spirito che anima i pittori naif. Negli anni a venire la sua produzione in canzoni sempre fresca, di qualità e mai ripetitiva annovera titoli quali: “Sognando”, “l’Artista”, “Fantasia”, e altri meno conosciuti ma assolutamente significativi della sua maturazione, soprattutto poetica.

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